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Cos’è Eyjafjallajökull?

Il 16, 17 e 18 luglio 2010 si è svolta a Bari una tre giorni vendoliana, ovvero gli Stati Generali delle Fabbriche di Nichi, un appuntamento per tutte le persone, i gruppi, le associazioni, i collettivi interessati al progetto della Fabbrica, ma anche un luogo in cui ragionare sul mondo e sulla politica del futuro. Questa la mission dell’evento espressa sul sito web di Vendola, dal titolo: “Eyjafjallajökull – Eruzioni di buona politica”. Il Governatore pugliese sceglie il nome del noto vulcano Islandese che a marzo 2010 ha bloccato l’Europa, per creare un parallelo tra la superiorità della potenza della natura sugli equilibri economici europei e le potenzialità “rivoluzionarie” che possono avere le Fabriche di Nichi in un progetto di stravolgimento degli attuali equilibri politici.

Dal punto di vista della comunicazione politica e dell’organizzazione di eventi politico-mediatici – come quello di cui parliamo in questo articolo – ciò che ci interessa analizzare sono le scelte creative, collegate ovviamente agli obiettivi politici del candidato e alla risposta alle esigenze del target di riferimento a cui si rivolge.

Prima di proseguire nella nostra analisi è bene fare un passo indietro e ricordare quali sono le linee della comunicazione politica del Governatore della Puglia nelle ultime elezioni regionali.

Nichi Vendola e il suo team si sono distinti per una comunicazione innovativa rispetto agli altri candidati non solo della regione pugliese, ma anche di tutto il territorio italiano. Innovative sono state, infatti, la copy strategy, le scelte nell’ambito del grafic design e della media strategy, il tutto a partire da un concept interessante e originale, cucito sulle caratteristiche del candidato.

Come ben ricorderete, si tratta della campagna “La poesia è nei fatti”.

Dopo le elezioni regionali, la comunicazione di Vendola non ha abbandonato lo stile colorato e “poetico” che ormai lo caratterizza e lo ha declinato anche nelle sue nuove iniziative. La poesia del suo linguaggio, però, non nasconde le problematiche politiche e l’emergenza sociale che il Paese sta attraversando. Anzi, il fenomeno delle “Fabbriche di Nichi” rappresenta una diffusione del suo messaggio di riscossa della buona politica proveniente dal basso, e l’evento di luglio celebra proprio tale spinta partecipativa, simbolo di nuove forme di aggregazione volontaria.

Interessante la scelta di denominare la tre giorni “Stati Generali”, in quanto con questa definizione si fa riferimento alle assemblee rappresentative della società che avevano la funzione di limitare il potere monarchico e che si riunivano solo in caso di pericoli imminenti per il Paese. Ancora più curiosa la scelta del nome del vulcano islandese – l’esempio europeo dello “sterminator vesevo” leopardiano – per rappresentare la tre giorni delle fabbriche. La natura che mette sotto scacco il vecchio continente. Il desiderio che la buona politica metta sotto scacco i vecchi continenti della cattiva politica.

Ecco un evento ben orchestrato, lanciato come una manifestazione auto-organizzata dai volontari delle Fabbriche e infine utilizzato come occasione per presentare l’autocandidatura di Nichi Vendola. Ecco l’eruzione! Non solo il magma delle buone idee della FabbriCamp, ma anche l’esplosione che tanti aspettavano da un po’ di tempo.    

“Eyjafjallajökull” è il passaggio, forse un po’ affrettato, dalla Puglia migliore, slogan delle regionali, a un nuovo progetto: quello di una Italia migliore!

Temo, però, che i consulenti politici di Nichi Vendola, debbano continuare a lavorare bene, e ancora meglio, per far sì che “le maree nere petrolifere” degli interessi di questo Paese non siano più forti dell’eruzione vendoliana.

Marina Ripoli

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Tra semiotica e poesia: i manifesti di Nichi


I manifesti politici rischiano ormai di essere banali e poco coinvolgenti. Non è il caso dei manifesti del candidato alle elezioni regionali pugliesi, che considerata la forza del brand image Nichi Vendola, avrebbe potuto evitare un ulteriore sforzo comunicativo per questa sfida elettorale. Infatti, al contrario di ciò che si potrebbe pensare, quanto più forte è il “prodotto”, e quindi la sua notorietà, tanto maggiore deve essere lo sforzo pubblicitario per mantenere il posizionamento e costruire nuovo valore. Non è semplice creare ogni volta, ad ogni campagna, l’ennesima “variazione sul tema”, cioè una nuova occorrenza del brand Vendola. L’attuale campagna risulta molto interessante perché mette in gioco una curiosa dicotomia tra un livello di lettura apparentemente immediato e un livello testuale più complesso.

Icone: Ciò che si percepisce subito è la parte iconica del manifesto. “Diversamente” dai tradizionali manifesti, non ci sono foto, né ritratti del candidato, ma semplicissime icone in alto a sinistra e sullo sfondo in trasparenza. Le icone (dal greco eikón “immagine”), secondo la terminologia semiotica, sono segni motivati analogicamente/intenzionali, ossia basati sulla similarità di forma o struttura e sulla riproduzione delle proprietà dell’oggetto designato. Le icone dei manifesti, però, diventano un interpretante simbolico degli ambiti d’intervento dell’Amministrazione Vendola negli ultimi 5 anni (sole=energia; lampadina=giovani talenti).

Abbiamo già detto che le icone sono poste in alto a sinistra nello spazio del manifesto. Ciò significa che secondo la legge della percezione l’osservatore vede prima l’icona e, successivamente, completa la lettura del messaggio spostando lo sguardo verso destra e verso il basso. Ciò implica che la funzione simbolica svolta dalle icone viene chiarita attraverso la headline poetica e completata con il body copy informativo (es. -20% perdite). I tre elementi raggiungono la loro sintesi nel nome Vendola e nello slogan “La poesia è nei fatti”. Il percorso percettivo si conclude con la messa a fuoco dello sfondo a tinta unita tappezzato dalle iconcine progettate per la campagna. I colori sono freschi, solari, le forme arrotondate, dolci.

Poesia: Il noto modello della comunicazione di Jakobson illustra la funzione poetica come la valorizzazione delle risorse linguistiche utilizzate per potenziare il significato di un messaggio. In altri termini anche uno slogan pubblicitario svolge una funzione “poetica”, se per questo intendiamo l’atto di attribuire un valore connotativo ad un discorso puramente funzionale. E qui la connotazione la fa da padrone: i versi ottonari delle filastrocche, le rime baciate e/o alternate, assonanze e consonanze, serio e faceto.

Un messaggio articolato dunque, eppure dall’impatto semplice e immediato. “Vendola in questi 5 anni si è occupato della Puglia, ne ha avuto cura, ci ha messo il cuore e ha risposto alle istanze della regione con i Fatti…altro che poeta!?!”… L’elettore non percepisce in maniera invasiva questi manifesti, li accoglie con un sorriso e allo stesso tempo incamera le informazioni necessarie per prepararsi al voto.

Complimenti agli ideatori della campagna, che con astuzia hanno saputo giocare sul candidate concept e soprattutto su ciò che si dice contro il candidato. Trasformare le minacce in opportunità è l’asso nella manica di una strategia vincente.

Con i suoi manifesti
Nichi evita i pretesti
Con la poesia e la ragione
Nichi torna alla Regione.

Marina Ripoli

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