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In Calabria la sinistra si divide

Nrangheta, lavoro, ambiente. Sono queste le principali sfide che dovrà affrontare il nuovo governatore della Calabria. A contendersi la presidenza della regione sono Agazio Loiero presidente uscente e candidato del centrosinistra (Partito Democratico, Federazione della sinistra, Autonomia e diritti, Slega la Calabria, Alleanza per la Calabria, Partito Socialista – Sinistra con Vendola), Giuseppe Scopelliti,attualmente sindaco di Reggio Calabria e candidato per il centrodestra (Popolo della libertà, Unione di centro, Fiamma Tricolore, Scopelliti Presidente, Libertà e autonomia – Noi Sud, Insieme per la Calabria, Socialisti Uniti – Psi) e Filippo Callipo, l’imprenditore, con una storia lunga e orgogliosa, che si è rifiutato di pagare il pizzo alla ndrangheta e che si candida alla presidenza della regione con le liste di Italia dei Valori, Bonino-Pannella e Io resto in Calabria.

Mentre Loiero a Reggio si scaglia contro Scopelliti e ribadisce: ”Vinceremo noi”, bisogna sottolineare che se nel 2005 Loiero ha vinto con un plateale distacco sul suo avversario Sergio Abramo, quest’anno la sfida si presenta più difficile, non solo perché Scopelliti è sostenuto da un’ampia coalizione, ma anche perché il centrosinistra è diviso tra Callipo e Loiero.

Il governatore uscente, come affermano i sondaggi dei primi di febbraio – realizzati dalla Ced Ricerca e Sviluppo per il quotidiano edito da Finedit Srl (Gruppo Dodaro) – il centrosinistra avrebbe la certezza di scavalcare il centrodestra solo candidando Pippo Callipo, che convince anche una sensibile percentuale di indecisi o delusi della politica.

In ogni caso, Loiero e Scopelliti restano i candidati più accredidati, ma sarà interessante osservare il consenso registrato da un candidato come Callipo, simbolo della Calabria dell’Onestà e del Coraggio, della Concretezza e della Passione: caratteristiche che compongono il suo candidate concept e che sono comunicate con coerenza nella sua campagna elettorale.

 Marina Ripoli

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Fund and people raising: le strategie delle “giacche rosse”

Organizzare una campagna elettorale coincide necessariamente con la ricerca di risorse finanziarie sufficienti per mettere in pratica le strategie migliori al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Nulla, però, deve essere lasciato al caso, e quando si parla di fund raising, si discute sulla scelta delle fonti di finanziamento e sulle metodologie di raccolta fondi, ma soprattutto si tiene conto dello spartiacque segnato dalle ultime elezioni negli USA. Barack Obama, infatti, ha rappresentato una novità assoluta nella comunicazione e nel fund raising politico. Attraverso internet e strumenti di personal fund raising, ha raccolto “dal basso” ben 700 milioni di dollari, liberandosi di fatto dai vincoli burocratici del finanziamento pubblico.

Nel Lazio, inizialmente, nessuna delle due candidate “dalla giacca rossa” ha optato per una campagna di recupero fondi presso i piccoli elettori. Mentre sul sito web  della candidata di centrodestra  non vi sono sezioni dedicate al sostegno on line in stile obamiano,  Emma Bonino –  con la recente creazione del sito personale www.emmapresidente.it – utilizza tale strumento, tralaltro molto indicato nel caso di un elettorato attivo come quello dei Radicali. Era già infatti presente sul sito Lista Bonino-Pannella, in alto a destra, un piccolo bunner per le donazioni, anche se non direttamente rivolto al sostegno della campagna della Bonino. 

Entrambe le candidate, tuttavia, scelgono la strada del people raising (“Unisciti a Noi” – Renata Polverini; “Per darmi una mano compila il modulo…” – Emma Bonino), ossia la mobilitazione delle risorse umane. Come nel fund raising è necessario coinvolgere intorno ad una buona causa e far sì che la donazione (di tempo, energie e capitale relazionale) sia solo uno step di un processo più profondo di fidelizzazione. È necessario, inoltre, adottare un approccio strategico al reperimento dei volontari avendo chiare quali funzioni essi possono svolgere e con quali modalità organizzative.

La Bonino punta sul tipico stile partecipativo dei Radicali e chiede sostegno attraverso raccolte firme e coinvolgimento in prima persona. Anche la Polverini propone campagne di ascolto per la costruzione del programma, incoraggia ad aprire un comitato, proporre iniziative ed eventi, ma a fronte di una linea di comunicazione inclusiva (l’utilizzo del TU, il tono confidenziale, lo slogan “Con te”) rivolta agli elettori ed ai potenziali volontari, per il fund raising vero e proprio si rivolge ad un altro target, quello dei poteri istituzionali e dei rappresentanti delle lobby…strano per una sindacalista (!?!) che propone un programma basato sul lavoro, sulle famiglie e sui servizi pubblici.

Così, mentre la Bonino lamenta scarsità di fondi per la sua campagna, lo staff della Polverini punta tutto sul più classico degli strumenti di fund raising. La candidata a Governatore del Lazio incassa infatti ben 800.000 euro grazie ad una cena elettorale di autofinanziamento.

Al palazzo dei congressi, tra Chardonnay, Merlot e palloncini con la scritta ‘Con te’, Berlusconi, Alemanno e altri rappresentanti del mondo politico ed imprenditoriale hanno gustato un raffinato menù da 1.000 euro a persona.

Di regola, nello scegliere i gruppi di pressione e/o i personaggi con cui entrare in relazione, il politico deve fare attenzione che i loro obiettivi ed interessi siano coerenti con la sua immagine e il suo programma. Se viene a mancare questa condizione, egli perderà inevitabilmente credibilità, e quindi, i vantaggi ottenuti dall’aver conquistato dei finanziamenti risulteranno in fin dei conti annullati da un ben più grave calo di immagine.

Fundraising e mission dovrebbero marciare sempre insieme!
Una buona regola che i politici italiani dimenticano troppo spesso.

Marina Ripoli

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Emmatar

Valutazione del video “Emmatar”. Straordinaria scelta fatta dai Radicali:

  • punta su un film attualissimo e di grandissimo successo;
  • usa in maniera ottima un messaggio che si concentra sui valori, cercando quindi di emozionare l’elettore;
  • video serio ma che ha anche un pizzico, sano, di umorismo;
  • viene inquadrata la bandiera italiana, cercando anche qui di puntare su un valore solido e consolidato (per la stragrande maggioranza degli elettori italiani);
  • elenca tutte le battaglie vinte dai Radicali negli anni;
  • critica pesantemente Berlusconi ma in maniera sottile e implicita;
  • rappresenta la situazione italiana in maniera (quasi) drammatica e quindi cerca di comunicare l’urgenza e la necessità di cambiare questa situazione. In questo caso si vuole comunicare la grande attenzione che si dà agli elettori, unici possibili protagonisti per risolvere una, secondo loro, società disastrosa.

Giudizio positivo.

Complimenti sinceri a chi ha realizzato questo video

Luca Checola

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